Making banners for a Women’s Social & Political Union (WSPU) rally, 1910.

“Uno stendardo è un oggetto che fluttua nel vento, che sfarfalla nella brezza, che civetta con i suoi colori per darti piacere, che si mostra per metà e per metà nasconde un dispositivo che desidereresti ardentemente svelare: non vuoi leggerlo, vuoi venerarlo.”
Mary Lowndes – Banner & Banner-Making

Il 13 giugno 1908, circa 10mila donne provenienti da tutti i ceti sociali e da tutte le parti del Regno Unito camminarono fianco a fianco attraverso il centro di Londra in risposta al Primo Ministro dell’epoca per dimostrargli concretamente il fatto che le donne volessero davvero il voto. La manifestazione, organizzata dall’Unione Nazionale delle donne per il suffragio nelle società (NUWSS), era riuscita nell’obiettivo di portare a marciare nella capitale migliaia di manifestanti nonostante fosse considerato sconveniente per l’opinione pubblica di allora vedere donne sfilare per le strade per una causa politica.


Ma qualcosa di diverso accadde quel giorno. I giornali dell’epoca, anche quelli ostili, parlando della manifestazione riportarono come non si fossero mai visti striscioni così spettacolari come quelli esposti in quell’occasione: ”La bellezza dei ricami dovrebbe convincere i più scettici che una donna può continuare ad usare un ago anche quando desidera il voto” (Daily Chronicle). Gli striscioni esposti erano infatti più di 800, simili ad opere d’arte realizzate di seta, ricamati con maestria e attenzione estetica. Alcuni rappresentavano i simboli e i nomi di gruppi regionali o professionali, dimostrando la ricchezza e varietà della partecipazione, altri commemoravano donne illustri, sia storiche che contemporanee, e il loro contributo alla scienza, all’economia e sviluppo della conoscenza nella storia.


Elizabeth Crawford, ricercatrice e studiosa del movimento, dice di quell’evento: “All’epoca furono gli stendardi ad essere riconosciuti – e ricordati ancora oggi – come l’elemento visivo più significativo di quella processione”. I ricami politici sono poco conosciuti e scarsamente documentati ma attraverso i secoli molte donne di vari paesi e classi hanno usato lo strumento del ricamo e del cucito per esprimere e rivendicare nuovi diritti. Con le suffragette e i loro stendardi fatti in tessuto si mise in evidenza il modo in cui le arti domestiche femminili come il ricamo e il cucito non fossero incompatibili con l’impegno politico, ma anzi potessero creare nuove complicità e dare voce alle rivendicazioni parlando ad un pubblico più ampio.

La maggior parte degli stendardi dell’inizio del ‘900 inglese era stata progettata da Mary Lowndes, designer vetrinista freelance, che nel 1907 fondò l’Artists’ Suffrage League con l’obiettivo di influenzare l’opinione parlamentare sul diritto di voto e impegnarsi in manifestazioni pubbliche e altre attività di propaganda. Scrisse un Manifesto intitolato Banners& Banner-Making spiegando nei dettagli perchè gli stendardi fossero importanti e quali caratteristiche rendessero gli striscioni efficaci. Il libretto promuove la diffusione di questa pratica e incoraggia tutte le donne a attivarsi fornendogli dei consigli pratici rispetto alle dimensioni, ai materiali e ai colori da utilizzare per renderli ben visibili.

Nel 1909 fu fondata il Suffrage Atelier, che divenne associata alla Women’s Freedom League. L’obiettivo dell’’Atelier era di formazione delle donne sulle tecniche per la produzione di massa, la politica dell’atelier era infatti quella di produrre solo ciò che potesse essere rapidamente riprodotto e diffuso. Fu fondata nel febbraio del 1909 da Laurence Housman, Clemence Housman, fratello e sorella, e Alfred Pearse. L’Atelier si trasformò presto in un’importante entità politica per la promozione del suffragio per le donne e accettando come membri sia uomini che donne. Organizzava momenti di formazione, produzione e diffusione artistica e incoraggiava la produzione di artisti non professionisti che potevano presentare lavori ed essere pagati.
Attraverso il lavoro creativo e la produzione di stendardi, il lavoro artigianale femminile storicamente relegato alla sfera domestica, non solo diventa riconosciuto nell’ambito pubblico ma raggiunge due obiettivi che non dobbiamo dimenticare:
– si trasforma in strumento per costruire un nuovo vocabolario visivo di simboli e pratiche che esprimono una visione del mondo dove le donne sono parte attiva, visibile,con una voce chiara e forte e con gli stessi diritti dell’uomo.
– apre degli spazi di azione per articolare ambiti professionali dove le donne potevano essere protagoniste, riconosciute e indipendenti economicamente per superare lo sfruttamento e l’estrazione che ha caratterizzato il lavoro delle donne nel corso della storia.

Ed è questo secondo aspetto su cui invitiamo a riflettere in e oltre l’8 Marzo in modo che lo sforzo di organizzazione collettiva di produzione, creazione, gestione di un evento politico di queste dimensioni tracci direzioni possibili per forme di cooperazione e produzione che facciano da eco alle rivendicazioni e colleghino in modo simbolico gli 8 Marzo di ogni anno a venire.

Partecipa alle due giornate di costruzione del banner verso l’8 Marzo 2020

Risorse per approfondire

VIDEO:
Silk, Satin and Suffrage – 100 Banners
Emily Wilding Davison and the Suffragette banner
Meet the Suffragettes: The original Media-Disruptors

GALLERIE FOTO :
Suffrage Banners
Design Album di Mary Lowndes con la scansione del libro Banner&Banner Making
I suffrage banners di Mary Lowndes

ARTICOLI
An Army of banners – Dettagli sulla giornata del 13 Giugno 1908